lunedì 19 ottobre 2009

BELL'ITALIA racconta le DOLOMITI LUCANE

"BELL’ITALIA”, mensile sui viaggi, questo mese parla un po’ lucano.Propone in particolare le suggestioni d’arenaria delle Piccole Dolomiti Lucane (“autentici totem alla maestosità della natura”, scrive tra l’altro l’autore del servizio) e i paesaggi ombrosi custoditi negli anfratti della foresta di Gallipoli-Cognato. Si sofferma sui fascinosi profili di borghi come Castelmezzano e Pietrapertosa che si sporgono sui picchi superbi e sulle gole tagliate da torrenti vorticosi; serpenti d’acqua che trascinano correnti e detriti verso Oliveto Lucano, nelle strettorie del Basento e del Salandrella.
Vincenzo Petraglia, giornalista di origini lucane, racconta nel suo testo, accanto alle magnifiche fotografie di Dionisio Iemma, l’emozione e l’incanto di un viaggio in questi luoghi che hanno mantenuto struggenti bellezze e fisionomie selvagge. C’è un mondo di pietra non soltanto sulle cime (la Costa di San Martino, con le vette dell’Impiso, la Cresta Tavernaro e monte Caperrino) ma disseminato lungo i sentieri, gli strapiombi. Un mondo di massi ciclopici che prendono in prestito dalla pioggia e dai venti le sembianze di animali, uccelli, grandi madri.
C’è un paesaggio straordinario che diventa racconto e scivola fino ai ruderi sbilenchi e surreali di Campomaggiore Vecchio, in memoria di una città di Utopia che sopravvisse al sogno solo fra il 1771 e il 1885, quando fu scacciato via dalla frana. E ci sono i riti arborei primordiali che trovano il loro simbolo nel “maggio di Accettura” e ripetuti, con accenti originali, in quasi tutte le comunità. Ci sono i saperi e i sapori di un mondo contadino che sembrano riuscire ancora a custodire oggi sapienze altrove già scomparse.
Questo universo lucano viene proposto, come un originale itinerario, in un servizio pieno di colori e di scoperte. Un suggerimento prezioso per amanti della natura fuori dai circuiti del “già visto”. Quelli che sono in cerca di luoghi che sanno regalare anima e silenzi e tempo rallentato. Luoghi nei quali è ancora possibile percepire l’incrocio fra la storia e il mito.
Il servizio di Petraglia e Iemma suggerisce anche le proposte innovative che tengono insieme memoria e innovazione: come il “volo dell’angelo” che rende possibile ammirare il paesaggio delle Dolomiti Lucane, imbragati a un filo d’acciaio, a 400 metri dal suolo; o “il percorso delle sette pietre” dove, su un antico sentiero contadino che collega Pietrapertosa a Castelmezzano, totem parlanti raccontano una storia incisa sulla pietra: la storia di “Vito ballava con le streghe”, scritta da Mimmo Sammartino (per l’editore Sellerio) e che è già diventata opera di teatro e docufilm prodotto da Rai Educational e Comune di Castelmezzano.
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