"BELL’ITALIA”, mensile sui viaggi, questo mese parla un po’ lucano.Propone in particolare le suggestioni d’arenaria delle Piccole Dolomiti Lucane (“autentici totem alla maestosità della natura”, scrive tra l’altro l’autore del servizio) e i paesaggi ombrosi custoditi negli anfratti della foresta di Gallipoli-Cognato. Si sofferma sui fascinosi profili di borghi come Castelmezzano e Pietrapertosa che si sporgono sui picchi superbi e sulle gole tagliate da torrenti vorticosi; serpenti d’acqua che trascinano correnti e detriti verso Oliveto Lucano, nelle strettorie del Basento e del Salandrella.
Vincenzo Petraglia, giornalista di origini lucane, racconta nel suo testo, accanto alle magnifiche fotografie di Dionisio Iemma, l’emozione e l’incanto di un viaggio in questi luoghi che hanno mantenuto struggenti bellezze e fisionomie selvagge. C’è un mondo di pietra non soltanto sulle cime (la Costa di San Martino, con le vette dell’Impiso, la Cresta Tavernaro e monte Caperrino) ma disseminato lungo i sentieri, gli strapiombi. Un mondo di massi ciclopici che prendono in prestito dalla pioggia e dai venti le sembianze di animali, uccelli, grandi madri.
C’è un paesaggio straordinario che diventa racconto e scivola fino ai ruderi sbilenchi e surreali di Campomaggiore Vecchio, in memoria di una città di Utopia che sopravvisse al sogno solo fra il 1771 e il 1885, quando fu scacciato via dalla frana. E ci sono i riti arborei primordiali che trovano il loro simbolo nel “maggio di Accettura” e ripetuti, con accenti originali, in quasi tutte le comunità. Ci sono i saperi e i sapori di un mondo contadino che sembrano riuscire ancora a custodire oggi sapienze altrove già scomparse.
Questo universo lucano viene proposto, come un originale itinerario, in un servizio pieno di colori e di scoperte. Un suggerimento prezioso per amanti della natura fuori dai circuiti del “già visto”. Quelli che sono in cerca di luoghi che sanno regalare anima e silenzi e tempo rallentato. Luoghi nei quali è ancora possibile percepire l’incrocio fra la storia e il mito.
Il servizio di Petraglia e Iemma suggerisce anche le proposte innovative che tengono insieme memoria e innovazione: come il “volo dell’angelo” che rende possibile ammirare il paesaggio delle Dolomiti Lucane, imbragati a un filo d’acciaio, a 400 metri dal suolo; o “il percorso delle sette pietre” dove, su un antico sentiero contadino che collega Pietrapertosa a Castelmezzano, totem parlanti raccontano una storia incisa sulla pietra: la storia di “Vito ballava con le streghe”, scritta da Mimmo Sammartino (per l’editore Sellerio) e che è già diventata opera di teatro e docufilm prodotto da Rai Educational e Comune di Castelmezzano.
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