giovedì 15 ottobre 2009

La riscoperta del patrimonio rupestre

Ipogei, cantine, grotte, antichi luoghi di culto ma anche di lavoro. Paesaggi culturali che raccontano pagine di vita e testimoniano l’indissolubile legame tra uomo e natura. Una civiltà quella rupestre da riscoprire in Basilicata. E il quotidiano Il Manifesto ne sottolinea il valore e spiega l’importanza del recupero di tale patrimonio attraverso un progetto, che parte dalla Spagna e ha come consulente scientifico la Basilicata , con il partenariato di Algeria e Marocco.
Il tabloid guida in un tour tra paesaggi urbani unici che va ben al di là delle rotte del turismo di massa alimentato dai film come
“The Passion” di Mel Gibson.
Sfuggendo al clichè che lega essenzialmente il rupestre a dimora del sacro, il giornalista Michele Fumagallo, spazia dai Sassi di Matera e dalle suggestive chiese rupestri al paese fantasma di Craco, alle cavità del centro storico di San Chirico Raparo, dalle grotte di Genzano di Lucania ai numerosi ipogei di Grottole. E il viaggio continua tra le grotte –cantine di Salandra e i notevoli insediamenti rupestri di Tricarico, Irsina e Tolve. Inoltrandosi poi nelle Dolomiti Lucane, è la volta dei sentieri delle rocce e delle cavità dentro le guglie di Pietrapertosa e Castelmezzano.
Colpisce la cura con cui il mondo contadino salvaguardava il suo habitat. Le grotte di Tempa di Turri a Guardia Perticara e quelle che digradano verso Aliano, sono ricoperte da colate di cemento che come un intonaco proteggono dalle erosioni del terreno. E sempre nel Materano, sono caratteristiche le cavità nelle rocce di Stigliano.
Ultima tappa ma obbligatoria per via di sottosuoli di antico fascino è il Vulture-Melfese. Il santuario rupestre di San Michele Arcangelo nel territorio di Rionero si affaccia sui Laghi di Monticchio mentre Melfi offre uno dei cicli affrescati medievali più interessanti nella sua chiesa rupestre di S. Margherita. A Barile poi si sviluppa l’insediamento rupestre dello “Scescio” dove Pasolini girò la strage degli innocenti per il suo
“Il Vangelo secondo Matteo”. A Rapolla nel circuito delle cantine regna sua maestà l’Aglianico e, infine, a Venosa si possono visitare le catacombe ebraiche, le più grandi dopo quelle di Roma.

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