
Durante la sosta dei rispettivi cortei gli accetturesi tirano fuori da capienti sacche tutto il meglio della tradizione culinaria del posto, da salsicce a sopressate a fumanti ricotte, caciocavalli e tanto ma tanto buon vino. Fino all'arrivo in paese nel tardo pomeriggio, quando i due cortei festosi si incontrano e inizia la vera festa di popolo con il compimento del matrimonio. Nei giorni successivi seguono le operazioni culminanti dell'innesto, dell'erezione e della scalata del "Maggio", secondo uno schema classico che contraddistingue la festa dalle altre feste degli altri paesi. La festa di Accettura rappresenta pertanto un modello complesso e significativo dei culti arborei, che dimostrano di possedere ancora, spesso nel loro rapporto fondamentale con le celebrazioni messe in atto per il santo patrono, una rilevante vitalità e una grande forza di attrazione e coinvolgimento per la loro spettacolarità e per le emozioni che riescono a comunicare. Il "Maggio" di San Giuliano rappresenta l'esempio più noto di culto arboreo in un'area quella calabro/lucana dove di simili riti se ne svolgono molti. Chi partecipa alla festa assiste a qualcosa di davvero magico. Numerosi studi sulla festa sono stati compiuti, più di tutti dal noto antropologo Giovanni Battista Bronzini, recentemente scomparso il quale dedicò molto lavoro alla festa e anche un libro: "Accettura, il Contadino l'Albero e il Santo", egli definì la festa nella compattezza dei suoi elementi un " Unicum a livello Europeo".
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