mercoledì 22 aprile 2009

Altri, vari e probabili segni Templari in Basilicata

Il giovane storico Potentino, D’Andrea Giovanni, continuando le sue ricerche sulla presenza Templare in Basilicata, si è imbattuto in altri simboli che potrebbero riferirsi ai Templari, vista la loro straordinaria somiglianza alla loro simbologia, presso i comuni di: Cancellara, Pietragalla, Oppido Lucano, Matera, Tursi, Miglionico.

A Cancellara sul portone d’ingresso della chiesa SS.Annunziata, è presente un manufatto di un Agnus Dei, le cui caratteristiche, forme e simboli, richiamano molto la simbologia dell’Agnus Dei dei templari, e all’interno della stupenda chiesa sul lato destro, sono presenti tre piccole nicchie con stupendi affreschi, e le nicchie si presentano con una decorazione all’esterno con diversi motivi e solo una, quella verso l’altare nei suoi motivi è rappresentato un disegno simile al fiore dell’apocalisse, e che secondo studiosi potrebbe essere riferito ai Templari.
Presso il convento di Sant’Antonio ad Oppido, all’interno, trai i suoi meravigliosi affreschi, quadri e pale, è presente un dipinto con due frati in ginocchio, e di cui il frate posto sulla sinistra presenta una croce patente sul petto, che è una delle croci che i templari usavano.
Ad Acerenza all’interno della cattedrale dedicata a San Canio, è presente una pala che in tutto e per tutto è quasi identica a quella riscoperta a Vaglio dai templari, per la presenza di croci Templari.
A Pietragalla, presso la chiesa madre, sul lato esterno destro della chiesa, sono incastonate due croci patenti inscritte in un cerchio su dei dischi forse di marmo, di dimensioni non troppo grandi. A Matera presso il complesso rupestre di Sant’Antonio Abate al Convincinio, in una delle sue chiese rupestri, sul soffitto è rappresentata in notevoli proporzioni e in altri punti, la croce gigliata, che era usata anche dai Templari, e sempre a Matera, la chiesa rupestre dello Spirito, al centro del suo rosone è presente una particolare croce templare che potrebbe rinviare ad una delle loro croci, mentre presso la chiesa di San Domenico al centro del suo rosone è rappresentato un Angus Dei che potrebbe avvicinarsi alla simbologia templare.
A Miglionico, all’interno della chiesa Madonna della Grazie, tra i suoi stupendi affreschi, compare forse un monaco con un saio tutto bianco e incappucciato in ginocchio nell’atto di pregare con le mani congiunte, le quali tengono una corona granulata forse un rosario che alla fine termina con una strana croce potenziata nera, molto simile a quella usata dai templari.
A Venosa, oltre ai simboli vari templari(croci, fiore dell’apocalisse ed altri) ritenuti da alcuni studiosi all’interno dell’Incompiuta, presso la chiesa della Trinità nel suo porticato sul lato destro sono conservati due basamenti di colonne che richiamano due diverse croci templari.
A Tursi, presso il santuario di Santa Maria D’Anglona, sul portone d’ingresso, sull’arcata superiore, sono presenti i simboli dei quattro evangelisti, e un simbolo di questi rappresenta un Agnus Dei, che potrebbe essere uguale a molte altre rappresentazioni degli Agnus Dei, anche dai lavori personali dello studioso ce ne sono neanche una decina, ma secondo il D’Andrea, se si osservano bene i simboli delle croci e del bastone, richiamano molto la rappresentazione dell’Agnus Dei usata dai Templari; e forse questo elemento potrebbe maggiormente riconfermare la presenza templare a Tursi che la Prof.ssa Capone aveva sostenuto da tempo.
D’Andrea conclude, dicendo: visto un grande riferimento o richiamo alla simbologia templare, perché non possono essere direttamente ricondotti gli elementi individuati nei vari comuni ai Templari o quanto meno di influenza?
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