martedì 29 settembre 2009

A Banzi la mostra "Templa in caelo" del lucano Giuseppe Pedota

Una mostra nella badia di Banzi che resterà aperta fino al prossimo 18 ottobre. Una esposizione “Templa in caelo”, vortice di luci e di ombre, che propone i fantasmi immaginifici e la sapienza dei colori di Giuseppe Pedota, artista eclettico lucano: originario di Genzano, con molti anni vissuti a Roma, con un percorso artistico che lo ha portato a girovagare a lungo per le strade d’Europa.
A Parigi, in una sera del 1964, si trovò, insieme ad altri amici artisti e intellettuali, alla stessa tavola con lo scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges il quale, probabilmente colpito dalla ricchezza dell’artista lucano, gli dedicò una sua composizione poetica.
Ora Pedota continua la sua ricerca e la sua produzione artistica ad Avigliano, città in cui risiede.La sua opera è stata definita a-cronica. Un termine con il quale lo ha definito Cristina Trivellin, curatrice, tra l’altro, di una esposizione presso il Museo provinciale di Potenza nel 2007. A-cronico per sottolineare quella “immanenza dell’essere” che emerge dal suo segno. Un essere che è reso come “corpo-anima-pensiero: una clessidra che si pone in orizzontale, fermando lo scorrere della sabbia, e trasformandosi nell’8 rovesciato, simbolo dell’infinito”.
Le sue creazioni sono percorsi, di un tempo fuori del tempo, che delineano itinerari di conoscenza. Intrecci di colori, sfumature, ombre e luci che paiono emergere da profondità oscure. Da abissi notturni. Cammini che incrociano flussi di colori brillanti che vengono plasmati come materia viva. Al contempo soggetto e oggetto. Linguaggio e alfabeto. Parola e grammatica. Infinitamente piccolo e incommensurabilmente grande. Questa espressività artistica di Giuseppe Pedota si affianca anche con la sua vena poetica e la visionarietà della sua capacità progettuale architettonica.
Il comune di Banzi ha voluto dedicare alla sua opera un intero piano della badia di Santa Maria a Banzi: un autentico gioiello architettonico e storico, la cui edificazione risale all’806 per raggiungere il massimo splendore nell’epoca normanno-sveva, che oggi (e fino al prossimo 18 ottobre) è diventato galleria d’arte. Prezioso scrigno capace di accogliere le creazioni di un artista lucano senza tempo che cerca, nei colori e nelle visioni, un senso profondo fra noi e il mondo. Fra la terra calpestata e il girovagare delle galassie.

______________________________________________________________

Nessun commento:

Posta un commento