mercoledì 1 dicembre 2010

IN MOSTRA LE OPERE DI TERI VOLINI

Presso il Carpe Diem di via Marco D'Aggiorno,2 del centro storico della città

L'artista espone in contemporanea, alcune opere anche a Milano, presso il Provim, di via D'Oggiono n. 2 ( MM Porta Genova)

L'artista Teri Volini nel mese di dicembre ripropone le sue opere con una doppia esposizione, a Milano presso il Provim, in via Marco D'Oggiono n. 2 ( MM Porta Genova). Visitabile dal lunedi al venerdi dalle ore 9-13 e 15-19 e, nel capolugo lucano presso il Carpe Diem di n via XX Settembre, centro storico: dal mercoledì alla domenica 18-23 o su appuntamento.Con questa doppia esposizione delle sue opere pittoriche l'artista lucana desidera rispondere all' invito di quanti l'hanno seguita ed apprezzata fin dagli anni '80 come autrice di opere presentate in oltre 70 mostre personali in Italia, Francia. Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti e in tante collettive.
Con la mostra informale a Potenza - la semplice esposizione di quattro opere a lei molto care, dimensioni 100x70: Il Ritmo del fiore azzurro e fanciulla-notte- Narciso - Il dialogo della verde luna con la primavera notturna - Il sogno dei basilischi - in un luogo volutamente "alternativo" rispetto alle consuete sedi espositive convenzionali il Carpe Diem, nel centro storico della città - l'artista desidera avvicinare alle sue opere in particolare i giovani del tipo che solitamente frequenta il locale; durante l'esposizione si terranno incontri conl'artista, proiezioni video e incontri sull'arte; ma per l'artista la mostra vuole essere anche l' occasione per rassicurare estimatori ed estimatrici sulla integrità della sua creatività pittorica, affermando di ritenere sempre valido il linguaggio "tradizionale", poichè esso rappresenta "il potentissimo mezzo per esprimere senza intermediazione la ricerca di armonia e di equilibrio l'amore per la madre terra, il rispetto per la natura nella sua sacralità e bellezza, il senso del collegamento con tutti gli esseri viventi e l'intero universo" ....
E a proposito della sua pittura, Volini lascia la parola ai tanti che con competenza e serietà ne hanno voluto scrivere e commentare nel tempo, a iniziare da un critico e poeta della levatura di Cesare Vivaldi allo scrittore e grande amico Stanislao Nievo: senza poter enumerare tutti gli altri se non facendo torto a qualcuno....Nello stesso tempo tuttavia non può non ricordare al suo pubblico il prevalere della forte spinta ideale che la sostiene : quella della ricerca di una rinnovata armonia, l'impegno teorico e pratico per ricostruire un mondo nuovo, rispettoso di tutti gli esseri e della natura, che è alla base della sua opera artistica in tutte le sue espressioni. Se già con la pittura esprimeva gratitudine alla Terra e ne magnificava la bellezza e la generosità con i colori, da circa un decennio essa fa lo stesso con le performances, installazioni ed azioni simboliche, praticando un'arte ancor più direttamente e immediatamente diretta a difenderla, a far comprendere la necessità della sua inviolabilità:--- dalla dichiarazione di essere una cosa sola con la natura e con tutti gli esseri (ad iniziare con la performance sui Monti Sartorius, Etna - maggio '99 Il Ritmo del Fuoco.Alla la tessitura della gigantesca Ragnatela di filo rosso, tesa tra due picchi delle “dolomiti” di Castelmezzano, 1999, alla promessa di ricercare una reale sintonia con la Terra, inviandole messaggi di amore (Message in the Bottle, Rionero in Vulture, 2005),al richiamo allarmato alla nostra insensibilità, (Invasioni Tentacolari, Potenza, 2007. Fino a La Bella Terra, complessa serie di eventi in arte coinvolgente per la sensibilizzazione delle giovani generazioni e della società civile sulle tematiche ambientali direttamente collegate con la nostra personale coscienza.
Tra i numerosi testi dedicati a Teri Volini, va ricordato, quello della scrittrice lucana Cinzia Zungolo: Fabulazione, mito, analogia...Soltanto un pretesto coloristico regola la sintassi di questi affollati insediamenti zoo-fito morfici: creature cangianti nella facies, sorprese in un habitat irreale, acceso di luci fluorescenti… mentre si divincolano, in percorsi fitti di umori, vapori, folate e turgide increspature di superfici, persino gli improbabili abitatori del mito.Il magnetismo di alcuni particolari crea isole di godibilità all’interno di una situazione più articolata, nel trittico, nella singola tela, lungo le pendici di taluni contorni trasfigurabili in ninfe e vaghi profili, materializzazioni ultime della vita .Panteismo cosmico dunque la chiave di lettura, più semplicemente forte vocazione all’ambiguo, al dato transitorio, sinonomi del concetto stesso dell’esistenza.
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