
In mostra circa quaranta opere tra cui tele e sculture, oltre che gioielli di alta oreficeria, alcuni capolavori storici come “Kapparot”, “View of Mokka”, “Operà”, uniti ad una documentata campionatura di soggetti “orientalisti” con cui Mondino seppe anticipare il grande conflitto Oriente-Occidente, che caratterizza la nostra società.
Aldo Mondino (Torino 1938 / 2005) si trasferisce nel 1959 a Parigi dove frequenta per due anni l’Atelier 17 di William Heyter. Studia mosaico con Severini, e in questi anni viene in contatto con giovani pittori surrealisti. Nel 1960 torna in Italia. Incontra Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, incontro che si rileva fondamentale. Proprio da lui, infatti, allestisce la sua prima mostra personale. I quadri di Mondino sono in questo periodo aperte citazioni di pittori, da Casorati a Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale. Dalla fine degli anni 60 in poi, comincia ad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali, come lo zucchero. Dalle opere su faesite, fino al recupero della pittura, realizzata prevalentemente su linoleum, senza dimenticare i pattern variopinti di cioccolatini che delineano luoghi geografici e talvolta ritratti. L’universo poetico di Mondino è all’insegna dell’eclettismo stilistico e di una grande ironia che pervade tutta la sua opera, ed è dominato da una grande attrazione per i mondi lontani, l’Oriente, l’Africa, il Marocco, l’India.
Fonte: http://www.artepress.it/
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