“Le metamorfosi di Matera”. Questo il titolo di un articolo dedicato alla città dei Sassi apparso sul numero di primavera 2010 della rivista “Italia. La vita come arte”. Una pubblicazione elegante, ricca di immagini, stampata su carta pregiata che racconta l’Italia attraverso i percorsi dell’arte. Una rivista di lusso che si pubblica a Mosca, dall’editore Andrej Kovalev, Julia Kerner, la caporedattrice, e si distribuisce in Italia e in Russia con una tiratura di 25 mila copie. “Se io fossi un pipistrello vivrei senza dubbio a Matera, dormirei in una grotta e volerei tra i suoi labirinti senza mai vedere la luce del sole”, così esordisce l’autore dell’articolo nel presentare al grande pubblico “la più antica città d’Europa”. Partendo dalla festa della Madonna della Bruna, citando alcuni passaggi del suo incontro con Angelo Tosto, un imprenditore materano, il giornalista passa in rassegna la storia della città. Dai primi insediamenti dell’età paleolitica, alle guerre puniche, all’avvento dei monaci bizantini e dunque all’evoluzione delle grotte. E qui il suo interlocutore è il “vecchio Nicola” che gli descrive l’articolazione degli spazi interni e la loro distribuzione, svelandole che la loro storia “non è scritta nei libri, ma è scritta sulla pietra”. Un rapido e discreto passaggio sulle condizioni di povertà e sul “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi e poi il viaggio prosegue con la visita ad una delle case-grotta con arredo originale di Vico Solitario. “Le abitazioni sono conservate tanto bene da lasciare facilmente immaginare con quanta semplicità e razionalità era organizzata la vita degli abitanti di una casa-grotta, che valore si desse all’accoglienza in questa case austere che tuttavia sprigionano molto calore e su quale potente cultura, sebbene molto diversa da quella che andiamo a cercare a Firenze e Venezia, si basasse il loro stile di vita”. La devozione popolare e il numero elevato di chiese e cappelle, più di 130, gli affreschi e le facciate bizantine, classiche o barocche e infine la consacrazione a Patrimonio Mondiale dall’Unesco, l’interesse del cinema e dei grandi registi. “La sua bellezza è di incanto”, scrive l’autore, “non si riesce a capire dove finisca l’opera dell’uomo e dove cominci quella della natura”. Il suo itinerario è denso di tappe, una molto significativa avviene nelle Grotte della Civita che visita accompagnato dalla proprietaria Margareth Berg. Qui lo stupore è tale che neanche in Umbria o in Toscana si conserva così bene la cultura locale, ha detto. Un assaggio del nocino “Padre Peppe”, offerto da “La Trattoria Lucana” con l’archivista amatoriale Vincenzo Cavaletti e poi il commiato con l’imprenditore con il quale ha intrapreso questo viaggio. Ciò che colpisce l’autore dell’articolo è lo straordinario incontro tra l’antico e il moderno, la stridente e pacifica coesistenza della tecnologia con la classicità, le due velocità che si incontrano senza rallentare i processi dell’evoluzione. Insomma ciò che trasmette è l’immagine di una città dalle strutture antiche e dalla storia corposa, di una città dinamica dal significativo sviluppo socio-economico, una città assolutamente internazionale con eccellenze nei settori produttivi e commerciali. Una città in movimento con lo sguardo rivolto in avanti, ma senza dimenticare le proprie origini.
Comunicato stampa APT Basilicata
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